A Sergio che mi ha insegnato a
guardare… Fotografare
per me significa osservare attentamente. Studiare le linee e i colori del
soggetto inquadrato; perdere un’infinità di tempo a guardare, prima di
scattare. Quel
tempo che senza una macchina al collo si riduce in un attimo, l’attimo fugace
della vita di ogni giorno che passa fra strade, piazze, sguardi, persone, e non
perde tempo a tornare indietro. Così il mio occhio in barba al tempo è tornato
indietro e ha cominciato a ragionare, creando similitudini e metafore come la
parola stessa. Tornando
spesso ai Giardini Ravino ad Ischia e ai Giardini d’Ottone all’isola
d’Elba ho osservato agavi, palme e cactus rari; mentre scattavo le ho viste
trasformate: altre immagini si sostituivano a quelle reali, un po’ confuse, ma
simili ad un caleidoscopio. La
camera chiara è venuta in mio aiuto, modificando le immagini. Come
un caleidoscopio filtra la realtà senza lasciare traccia, così il mio occhio
trasforma le piante senza modificarle ma girandole come una ghiera,
posizionandole in modo da creare forme diverse. L’oggetto
caleidoscopio e la pianta del cactus in una parola sola: “Caleidocactus”. Giuliano
Montieri La
forma della natura è tale perché ai nostri occhi così si manifesta. Gli occhi
sono lo strumento dell’uomo al servizio dell’immagine, la luce è lo
strumento della natura al servizio dei nostri occhi: oggetti, persone, colori
hanno per noi determinate sembianze, così abbiamo imparato a riconoscerli. Giuliano
col suo lavoro ci mostra che se cambiamo criterio e punto di
osservazione le cose
restano uguali, però sono diverse. In un caleidoscopio la luce attraversa lo
strumento e le figure cambiano dinamicamente; in queste foto si è voluto di
volta in volta fissare un istante, una sensazione di quella miriade che proviamo
quando osserviamo luci, colori, figure. Vincenzo
Chirichella
vernissage:
mercoledì 10 marzo 2010, ore 19:00 orari:
lunedì e giovedì 16.30-18.30 - altri giorni ed orari su appuntamento
telefonico Patrocinio: Comune di Portoferraio, Isola d'Elba
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